You need to upgrade your Flash Player This is replaced by the Flash content. Place your alternate content here and users without the Flash plugin or with Javascript turned off will see this. Content here allows you to leave out noscript tags.
Dal problema clinico alla pubblicazione
Autore: Piergiorgio DUCA
Data:

Dal problema clinico alla pubblicazione

 

Piergiorgio DUCA

 

IX Congresso Internazionale S.I.R.E.R. “Il rachide lombare”

Cappella Ducale di Palazzo Farnese - Piacenza 30 settembre - 2 ottobre 2004

 

Dipartimento di Scienze Cliniche Luigi Sacco - Via GB Grassi 74 - 20157 MILANO (Vialba)

 

Dietro ad una buona pubblicazione sta sempre una buona idea. Purtroppo (o fortunatamente) come

nascano le buone idee non ci è ancora del tutto chiaro, anche se è certo che l’esperienza e la competenza

professionale, la fantasia e la curiosità scientifica, l’entusiasmo e la forte motivazione alla ricerca, tutte

insieme molto verosimilmente aiutano.

 

Anche una buona idea, però, per tradursi in una buona ricerca da cui scaturisca una buona

pubblicazione scientifica, ha bisogno di essere formulata in termini appropriati come un quesito di

ricerca, ovvero come una domanda formulata in modo strutturato ed operativo tale da consentire che ad

essa sia data una risposta con l’osservazione scientifica e la rilevazione di dati appropriati.

 

È da questa fase preliminare che una ricerca si caratterizza per qualità metodologica, ed è da qui che

deve nascere il protocollo di studio, in base al quale selezionare le opportune unità di osservazione,

raccogliere i dati necessari, procedere alle corrette analisi, speculare sui risultati ottenuti.

 

Il protocollo, tra l’altro, deve consentire la riproduzione dei risultati a parte di altri.

 

Aspetti rilevanti del protocollo, oltre al quesito di ricerca e al rationale (background) dello studio, sono

la definizione della popolazione in studio (criteri di eleggibilità), la definizione delle modalità di

reclutamento (studio pragmatico verso studio teoretico), la dimensione numerica del campione da

studiare, le variabili da rilevare con gli appropriati strumenti. Di queste ultime si tratta anche di

definire, in modo esplicito e a priori, quali siano da considerare variabili risposta (outcome clinici di

rilevanza pratica), e quali esplicative o indipendenti (quelle il cui effetto sull’outcome si intende

studiare), quali infine covariate o variabili di possibile confondimento, da considerare in analisi per l’

“aggiustamento della stima di effetto”.

 

Insieme a quanto detto, si tratta anche di stabilire il disegno dello studio che si intende seguire (studio

osservazionale o studio sperimentale? studio trasversale o studio longitudinale? studio prospettico o

studio retrospettivo ?), scelta che è a mettere in relazione con il tipo di quesito cui si intende dare

risposta. Infatti, a seconda dell’obiettivo, si sceglierà il disegno più adatto, rispettando gli specifici

criteri di validità interna che lo contraddistinguono.

 

Per approfondire i diversi temi che verranno affrontati nella presentazione, si suggerisce di consultare il

sito www.consort-statement.org da cui è possibile .scaricare. documenti relativi ai criteri di qualità cui

deve ottemperare una sperimentazione clinica controllata (CONSORT), uno studio di accuratezza

diagnostica (STARD) oppure una revisione sistematica di letteratura (QUOROM).

 

Utili invece per chiarire gli aspetti metodologici dei diversi disegni dello studio possono risultare gli

Grimes e Schulz (An overview of clinical research: the lay of the land 57-61; Cohort studies: marching

towards outcomes 341-45; Case-control studies: research in reverse 431-34).